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Corriere Della Sera

 Giovedi, 25 Agosto 2005
Terza Pagina 37


 

 

Jones, inviato speciale nel genocidlo ucraino

Raccontò il massacro di un popolo, Stalin lo fece uccidere

 

Di Federigo Argentieri

Nel 1989, la casa di famiglia di un’anziana signora gallese fu oggetto di una rapina. La nipote e il pronipote della signora. nel fare l’inventario del danno sobito, s’imbatterono in una vechia valigia e in una polverosa scatolala latta:entrambe contenevano diari, articoli, lettere ed altri scritti di Gareth Jones, fratello della donna e giornalista di fama. Appassionatisi al materiale, da essi amorevolmente trascritto, studiato e anlizzato, i due finirono per scoprire che il loro congiunto, quasi del tutto caduto nell’oblio, era stato l’unico testimone occidentale del genocidio per fame organizzato nel 1932-33 in Ucraina dai dirigenri sovietici e aveva pagato la denuncia con la vita.

 

Nato el 1905, Jones conosceva diverse lingua, tra cui il russo. Ottenuto un master a Cambridge, nel 1930 divenne consigliere di politica estera dell’ex primo ministro britannico David Lloyd Gorge, anch’egli gallese, e per il resto delia sua breve vita alternò tale attività con quella di giornalista. Nello stesso anno si recò per la prima volta in Urss e rimase assai afavorevolmente impressionato dai costi economici e sociali del prima piano quinquennale: vi ritornò nel 1931 e scrisse delle crescenti difficoltà nelle camspagne.

 

Coloro che lo incontrarono lo descrissero come on giovane di bassa statura, cortese e quasi demesso nei modi, ma estremamente deciso e, soprattutto, completamente estraneo ai giochi di potere e ai cinici calcoli politici di molti colleghi. Nel autunno del 1932, a Londra, cominciarono a circolare voci che in alcune parti dell’Urss, specie in Ucraina, fosse in corso una carestia: Jones decise di partire a gennaio, fermandosi prima a Berlino, dove segui l’avento al potere di Hitler.

 

Giunto a Mosca ai primi di marzo, seppe che era stata da poco (23 febbraio 1933) emanata una direttiva che proibiva ai giornalisti occidentali di recarsi in alcune zone del Paese. guarda caso proprio quelle di cui si diceva che la popola.zione vi morisse di fame. Avuta conferma dai giornalisti di stanza nella capitale che l’infuriare di una carestia era il segreto di Pulcinella, il gallese decise di partire per le campagne: comprò un biglietto per Kharkov, allora capitale della Republica sovietica ucraina, ma saltò giù dal treno prima di giungervi e si mise a girovagare per villaggi e le fattorie. Dappertutto vide sulle persone i segni del flagello, rappresentati principalmenlte del gonfiore delle membra e del ventre. Decine e decine di contadini gli ripeterono ossessivamente che si moriva di fame e che non si trattava di un evento naturale, ma di un piano    orchestrato dall’alto per spezzare la resistenza alla collcttivlzzazione. Dopo qualche giorno di questa gita infernale (durante la quale si era nutrito con prodotti acquistati al torgsin, il negozio per stranieri), Jones incappò in un Paio di agenti della Ogpu, la polizia segreta di Stalin, i quali, increduli di vederlo in quell’area, lo riportarono a Kharkov.

 

Tornato a Mosca, Jones incontrò Walter Duranty, inviato del New York Times e premio Pulitzer, col quale vi trovò in totale disaccordo sulla situazione sovietica. Poi ottenne un’intervista col ministro degli Esteri Litvinov, cui chiese anchie notizie sulla carestia: Litvinov naturalmente negò che esistesse, e Jones si complimentò ironicamente con lui per il modo in cui era stata tenuta nascosta, cosa che gli valse it bando perpetuo dall’Urss.  Ripartito per Berlino, it 29 marzo vi tenne una conferenza stampa in cui per la prima volta si annunciava l’esistenza della carestia in Ucraina sulla base di una diretta testimonianza personale. cosa che non mancò di suscitare notevole eco.  Due giorni dopo, in un articolo diventato tristemente famoso, Duranty da Mosca smentiva tutto e asscriva che poteva esserci una certa scarsità di cibo, ma nulla di più si roferiva inoltre continuamente, con tono di sufficienza, a (squanto detto da Mr Jones), ,il quale peraltro, in una lettera al direttore confermò puntigliosamente la sua posizione.

 

Di ritorno in patria, Jones scrissse ancora sull’argomento ma l’impossibitità di viaggiare in Urss lo spinse ad occuparsi di Estremo Oriente. Tuttavia il noto magnate americano Hearst gli diede l’opportanità di raccontare t’esperienza acraina sui suoi giornali, in particolare it New York American: nel gennaio 1935 uscirono tre articoli in cui si parlava per la prima volta di man-made famine-(carestia artificiale) e si accusava Stalin dell’omicidio di Kirov ucciso nel dicembre 1934.

 

Mosca non rispose. ma quando Jones parti per l’Estremo, Oriente, scattò la trappola.

Giunto a Tokyo fu ospital dal suo collega Guenther Stein del London News Chronicle, oggi noto come spia sovietica (prestava il suo appartamento al famoso Richard Sorge per mandare notizie a Mosca via radio), guarda caso arrivato poco prima. Quando Jones manifestò l’intenzione di recarsi nella Manciuria occupata dai giapponesi, il suo viaggio fu organizzato dalla Wostwag una dalla tedesca finita in mano all’Urss dopo l’avvento del nazismo e diretta do sin certo Adam Purpis, altra spia di Stalin. A questo punlo. il fatto che Jones sia stato rapito e poi ucciso da on gruppo di banditi diventa secondario: Mosca sempre stata maestro nel trovare esectori (neutrali)

 

Jones mori il l2 agosto 1935,il giorno prima del suo trentesimo compleanno. Pochi mesi dopo lo seguiva nella tomba Ewald Ammende, animatore dei comitati interconfessionali di solidarietà con l’Ucraina e per questo divenuto la bestia nera della Pravda e del Comintern: sulla sua morte non si sa molto, ma varrebbe la pena di indagare. La lotta contro l’oblio che ha avvolto queste vicende (specialmente in Italia. dove Mussolini e Toglialti fecero gara nel nasconderle) é tuttora in corso.